Questa è una delle tante canzoni che scrivo, sapendo che, probabilmente, non la canterò mai al mondo. Voglio scriverla, magari troverete il giusto ritmo e potrete cantare voi per me.
Figlio d’arte di una bottiglia/Fuck famiglia.
Figlio d’arte della strada/ho perso casa.
Figlio di nessuno, il mondo n’è de tutti/uno e nessuno,
Vesto rosso ma ho mille lutti/perso nel fumo.
Sono il cantante improvvisato che non canta su un palco/la mia scena è murata.
Scrivo merda su sto mondo e sull’asfalto/la mia sorte si è armata.
Contro di me intendiamoci/dopo tutto sono un farabutto,
A tratti amiamoci/così sto mondo sembra meno brutto,
Sembrare o meglio apparire/infondo è questo il mondo,
Cambi sembianze ma non riesci a capire/ che la vita è tutta infondo,
Ma infondo che ti importa/ la tua gabbia non si vede ad occhio nudo.
Cambi amici, cambi rotta/ristoranti e pesce crudo.
Io sto in strada passo e chiudo, nella strada tornerò.
La mia legge mi fa muto/fino a quando morirò.
Morirò ma non d’amore, mi han detto così.
Morirò a far scalpore, ma fuori di qui.
Morirò senza rendere nulla, cosa vuoi che renda,
La mia burla sin dalla culla, non ho una buona stella,
Morirò in una triste tenda, di cemento e sogni infranti.
Mi dicono si arrenda, fanculo a tutti quanti!
Cari amici miei è la prima strofa e il ritornello. Visto che ho condiviso molti miei sentimenti con voi tramite la mia penna, perchè non condividere anche qualcuna delle mie stramaledette canzoni.
Con affetto, vostro amico
Edmond