CANZONE.

 

Questa è una delle tante canzoni che scrivo, sapendo che, probabilmente, non la canterò mai al mondo. Voglio scriverla, magari troverete il giusto ritmo e potrete cantare voi per me.

Figlio d’arte di una bottiglia/Fuck famiglia.
Figlio d’arte della strada/ho perso casa.
Figlio di nessuno, il mondo n’è de tutti/uno e nessuno,
Vesto rosso ma ho mille lutti/perso nel fumo.
Sono il cantante improvvisato che non canta su un palco/la mia scena è murata.
Scrivo merda su sto mondo e sull’asfalto/la mia sorte si è armata.
Contro di me intendiamoci/dopo tutto sono un farabutto,
A tratti amiamoci/così sto mondo sembra meno brutto,
Sembrare o meglio apparire/infondo è questo il mondo,
Cambi sembianze ma non riesci a capire/ che la vita è tutta infondo,
Ma infondo che ti importa/ la tua gabbia non si vede ad occhio nudo.
Cambi amici, cambi rotta/ristoranti e pesce crudo.
Io sto in strada passo e chiudo, nella strada tornerò.
La mia legge mi fa muto/fino a quando morirò.

Morirò ma non d’amore, mi han detto così.
Morirò a far scalpore, ma fuori di qui.
Morirò senza rendere nulla, cosa vuoi che renda,
La mia burla sin dalla culla, non ho una buona stella,
Morirò in una triste tenda, di cemento e sogni infranti.
Mi dicono si arrenda, fanculo a tutti quanti!

Cari amici miei è la prima strofa e il ritornello. Visto che ho condiviso molti miei sentimenti con voi tramite la mia penna, perchè non condividere anche qualcuna delle mie stramaledette canzoni.
Con affetto, vostro amico
Edmond

VORREI.

Ho sparato gran parte delle mie cartucce e ora, sono quasi disarmato di fronte un volto che non può concedersi ma che vorrebbe farsi accarezzare.
Vedo i tuoi occhi che dicono più  di ciò che vorresti far trapelare, ti vedo, vedo l’immenso dubbio che sfiora anche me sfiorare il tuo viso: chi è?  Perché?

Sono l’uomo dai mille scarabocchi  ma con il volto ben disegnato,

sono ciò che non puoi desiderare poiché

anche se oggi sono vicino,

il mio mondo è estremamente lontano.

Ma questa lontananza è nulla di fronte al flusso di pensieri che sgorga in me questa notte, e, sono certo che delle volte anche tu non proibisci al mio volto di entrare nei tuoi pensieri.

Non è mai il momento giusto, il tempo e le circostanze sono due miei grandi nemici, ma che importa, dopo tutto i tuoi occhi mi sfiorano ancora; i tuoi occhi sono così belli, anche perché, sfidano i miei nemici; e non puoi immaginare  quanto valore abbiano per un dannato due occhi che lo seguono nel suo inferno.

Un volto che recita una parte che i suoi occhi non sanno dire, occhi che non sanno mentire, scappano da questo posto ma non possono partire.

Scappiamo simbolicamente io e te

Scappiamo nella mia mente.

I migliori occhi che ti accarezzano tra la peggiore gente.

Basta che qualcuno ami il tuo talento e d’improvviso non sei più un perdente.

Allora guardami vincere i tuoi occhi,

il film di tutte le mie notti,

il film dove un povero ladro ruba solo un po’ d’amore per se stesso,

un film dove i nostri occhi hanno sempre successo.

EDMOND

BUONGIORNO SCHIAVO.

wp-image-297670104Quando ti svegli che sapore ha il mondo?

Futtutamente amaro.

Ci pensi ad un nuovo mondo?

Buongiorno schiavo.

Cari miei è inutile che vi dica che sono illeso, che la mia forza supererà il dolore, perchè non è così. Dovrebbe essere così, ma non è così. Alla mia porta non bussa mai nessuno ed io mi perso in un’immensa amarezza. Sento l’eco delle vostre voci, ma non basta. In una grotta buia si sentono tanti eco, non è detto che uscirai grazie ad essi, anzi, non è detto che uscirai e basta.

Comunque sia è un po’ che non scrivo per voi, eccovi una poesia:

Amore come acqua che cerca il mare,

Non ti conosco.

Amore e vite amare.

Lo so è ‘sto posto.

Amore in acque avvelenate,

Conta i battiti.

Amore sfugge a vite disastrate,

Dov’è che abiti.

Amore perso nelle vie,

Lo so non perderti,

Io lotto, nostalgie.

Fanculo cercami,

Non può scoprirmi.

Lo so che non ha senso,

Non so che dirvi.

Edmond

SONO MALEDETTO.

 

Una donna mi fece una domanda dolcissima -Come si cancella quel velo di tristezza nei tuoi occhi? –  lei, la donna intelligente di cui vi ho già parlato, la donna che meritava il mio amore. Avrei dovuto dirle –avvicinati che va via, infondo la tristezza va e viene-. Invece no, stronzo egoista che non sei altro l’hai trovata addirittura una domanda stupida, non hai risposto ad un grido d’amore, e ora strazi nel silenzio. Ti hanno gridato così tante volte, ma tu niente. A cosa serve aver avuto un mucchio di donne se poi in quel mucchio nessuna si ricorda di te, e se ricorda ti maledice.

Bene, a chiunque mi abbia maledetto non mi resta che dire –giustizia è fatta, le maledizioni si sono avverate.

Sono maledetto, ho una cicatrice per ogni bugia che ho detto.

Sono l’acqua dentro il cesso, non bevete che vi infetto.

Sono maledetto, distruggo e poi prometto,

grande uomo dentro il letto, ma che dico so’ n’ometto.

Sono maledetto, sono un buco nel tuo petto,

ho ignorato ciò che hai detto.

Per mentire c’ho il brevetto.

Sono maledetto, su questo non vi ho mentito

Se avessi scelta non sarei mio amico,

lode ad ogni nemico

che disprezza ciò che dico.

Sono maledetto, maledizione

Io distruggo l’emozione,

un poeta senza nome

non vi ama, ma vi vuole.

Sono maledetto, ma ho pagato

Non ridete del mio fato

Nonostante tutto v’ho ricordato,

se so’ scappato è perché ero sbagliato.

Se non ho gridato è per mancanza di fiato.

Se non v’ho amato è perché so’ disadattato,

non mi maledite, so’ cambiato.

Il vostro Edmond è impazzito, aprite sti cancelli so’ guarito, al prossimo amore dono l’infinito.

Edmond

12.

I tuoi occhi sanno d’infinito, perché non li ho mai visti.

Ai tuoi occhi affibbio una dolcezza che ‘sto mondo finge ma non conosce. I tuoi occhi sono lo specchio dei sogni perduti ed è proprio in quegli occhi sconosciuti che riesco a spegnere l’odio.

A volte sono condizionato dalla dolcezza che ne percepisco, altre vedo l’amore di quel pazzo scrittore per la sua cortigiana, ascolto le loro canzoni d’amore. A volte riesco a perdermi nelle scene di quel film che avrò visto un centinaio di volte, senza aver mai davvero conosciuto la poesia di quel loro amore.

Chiamatemi pazzo, ma a volte pagherei in sangue l’amore dissennato di quei stupidi film.

Si lo sono, sono pazzo, perché bramo amore in una strada illuminata dall’odio. Sono pazzo perché è tutto così improbabile ma anche se esistesse una probabilità su mille che i tuoi occhi siano quelli dove mi perdo ogni notte, mi butto, ci provo, non mi censuro, i tuoi occhi sono i più belli e sentiti che abbia mai visto, sognato o immaginato.

Io che non riconoscono più il mio cuore, soffocato dalle lame, stranamente riesco a distinguere la tua sagoma prendere forma in esso.

E’ folle, ma bramo i tuoi occhi, non è per via di questo posto, non credo siano le donne a mancarmi fuori da questi cancelli, ho riempito tanti letti, ho scrutato le forme di tante donne, ma mai la forma della loro essenza.

Io bramo i tuoi occhi perché credo siano gli unici dove valga la pena cercare un senso.

Io bramo i tuoi occhi perché il mio cuore palpita senza conoscere le tue forme.

Non temo di essere deluso, nessun demonio può infangare la bellissima indelebile cornice che ti ho affibbiato.

Nessun volto nemmeno il più bello rende giustizia a ciò che nascondi dentro.

Perdona l’irruenza del mio sogno quasi infantile, perdonalo ma non assecondarlo perché anche se la voglia di perdermi in te è immensa a volte dimentico che sono già perso.

Edmond Dantés

Welcome to Rebibbia.

Catapultato in un’altra realtà, welcome to Rebibbia frà!

Catapultato in un’altra realtà piena di situazioni che per ora non posso raccontarvi, lascio immaginare. Qui ci sono detenuti di ogni specie ergastolani, narcos, assassini. Essendo un penale, di regola, ci sono quelli con le condanne alte, la mia condanna a tre anni è poca roba in confronto alle loro. I miei due anni e mezzo di carcere già fatto sono niente di fronte ai loro venti, e altri venti ad aspettarli. Mi sento spaesato, è diventato tutto più grande ed io mi sento più piccolo, persino la mia età si è ridimensionata. Regina coeli è piena di ventiquattrenni, qui no, qui per molti sono un “bambino”. Forse voi non sapete che Rebibbia ha due complessi, il nuovo e qua, quelli della mia età si trovano al nuovo, da quello che mi hanno detto è un evento straordinario che io mi trovi qui.

Vado avanti. Sono perso, ma non mi perdo. Nonostante tutto i miei occhi ancora brillano, non credevo ma è così, avrei potuto pagare un prezzo più alto, ho retto, non sono un rassegnato. Guardo il mio Demone ogni giorno ma non fuggo, sento una solitudine abnorme ma è temporanea, esiste l’amore, l’amore è lì fuori e non voglio far passare altri quindici anni qui dentro così da sfuggirgli. Se brucia accetterò lo scotto, meglio un’ustione al cuore che il gelo de ste mura.

Edmond Dantés

A te.

Ciao, forse nessuno mi conosce a fondo sai, c’è più Edmond in me di quanto si creda, è facile nascondersi dietro un muro di rabbia già costruito, è facile giustificare la follia se chi ti ha addestrato è folle, è facile persino dormire vicino ad un vile assassino, perché nulla mi spaventa di più di quel mio manto di dolcezza che ho tagliato e ritagliato, ma ricresce sempre. Non sapendo esprimermi ho cercato di spegnermi, e, a volte ci sono riuscito. Non accettavo di essere un sognatore, perché non c’erano più sogni, odiavo l’amore, perché vidi mia madre quasi morire per esso. Ma alla fine ho capito, ho raggiunto un compromesso, odierò ed amerò ma non allo stesso tempo.

La dolcezza non è un tormento, grazie ad essa sta sbocciando un fiore nel cemento.

Sia io che Edmond viviamo grazie a te, è per te che ho preso il primo libro in mano per poi capire che amavo leggere, è per te che ho smesso di temere la luce, facendo uscire parte di me allo scoperto, è per paura di darti troppo dolore che non mi sono mai lasciato morire. Mia cara, ho scelto la solitudine per non macchiarti, ma tu mi hai seguito anche a distanza, ho sperato che tu ti arrendessi così da non avere più input per lottare, ma sei rimasta e dio solo sa che folle io sia stato. Forse è solo grazie a te se la mia dolcezza non si è spenta e i miei occhi ancora bramano amore, perché nonostante odiassi tutto il mondo

Non potevo odiare Te.

Edmond Dantés

A Natale puoi.

Odio l’atmosfera natalizia, odio l’ipocrisia che riscalda questo mese freddo, odio passarlo qui, odio me stesso e tutti i falsi sorrisi e grazie che distribuirò. Odio il natale perché mi spinge ad odiare più del dovuto, ma dopotutto quello che mi rende interessante è proprio l’odio, quindi con tutta l’incoerenza possibile:

Buon Natale, fate i bravi.

“A natale puoi”…

Cosa vuoi? Sono pronto ad un duello da cowboy

Odio sempre questo mese così enjoy.

Natale con Balocco, Bauli e Maina

De sto cibo c’hai la smania,

compri merda made in China.

“A Natale siamo tutti più buoni”

Tranne coi gommoni, siamo buoni:

solo fuori dai coglioni!

Natale, pasqua e capodanno,

passi pure il compleanno,

siete in festa tutto l’anno

il pandoro non ha rango

sempre in culo ce lo danno.

Edmond Dantés