HO AFFIDATO LA MIA ANIMA AI LIBRI, ALL’AMORE A VOI

1 anno di galera non cambia poi così tanto mentre 2 anni già cominciano a cambiarti.

A 3 anni oltre ad essere cambiato tu, è cambiato anche il mondo.

Dopo 5 anni se non sei una testa pensante, la galera ti ha annientato, meccanizzato.

Il cuore è un campo fiorito che diviene campo arso e allipnosi di questo tempo maledetto non riesci a fare a meno dincenerire la tua anima.

Ho affidato la mia anima ai libri, allamore, a voi.

Questo mostro non avrà la mia anima, vecchi miei.

Questo tempo non mi ha ipnotizzato, anzi, sono io che a fine corsa lo avrò fottuto.

Sono entrato convinto di essere un campo arso e me ne andrò ancora più convinto di essere un campo fiorito.

In questo campo che sono oggi, ognuno di voi, a suo modo, ha piantato un fiore.

E vi ringrazio.

Ringrazio chiunque abbia avuto il coraggio di pronunciare il mio nome, le mie poesie, i miei racconti.

Ringrazio il coraggio di chi è venuto a piantare un fiore negli abissi senza dare per scontato che morisse.

Non sono morto, vecchi miei, la mia anima è lì, e, nonostante il mio corpo sia qui dentro, io non sono morto, sono vivo.

Sono fottutamente vivo e non aspetto altro che ricongiungermi con la mia anima.

 

Guardo questo campo e piango

nessun fiore nel metallo,

sto piangendo o sto annaffiando?

Ora sapete.

Loro non sanno.

 

Edmond

MORIRE E RINASCERE

di Patrizia

Troppe sono le volte che ho pensato di farla finita.

Non le conto certo più.

Continuando a vivere e a lottare, invece, sono diventata consapevole, del fatto che, in tutti questi momenti e quelli che verranno una parte di me è morta e morirà.

Ma qualcosa di più forte nascerà e vivrà!

VIA SCORTICABOVE

Disprezzare altri popoli più di quanto si ami il proprio ti rende prigioniero, a forza di dividere in classi, etnie, e dogmi vari, finirete per capire che quei muri immaginari di disprezzo che innalzate non difendono, bensì rendono prigionieri.

Ma forse vi ho sopravvalutato, voi non capirete, no: ci vuole cuore per capire, e a voi il sistema il cuore lo ha stretto troppo.
Qualcuno ha bisogno che voi abbiate paura del nulla, cosicché non possiate confrontarvi con la vera realtà.
Ricordate, belli miei, che sin dall’alba dei tempi chi tracciava confini erano i tiranni, e che ogni flusso migratorio ogni disagio è dovuto sempre a qualcosa, ma voi avete il cuore piccolo, il sistema ve lo ha rimpicciolito troppo.
A voi interessa la guerra tra poveri, a voi piacciono le cose semplici, le cose vane, non ho rispetto per questo odio, è un odio senza dignità, un odio impostato, un odio che non riesce ad andare oltre il proprio naso; a volte mi chiedo: ma i mille avidi che affamano milioni e milioni di persone chi li odia?
Non voi, e forse in passato neanch’io, voi portate le loro griffe, i loro slogan, voi amate il loro sfarzo, eppure odiate chi sfugge, chi non ha una casa, chi non ha più una terra. Questo è il vostro odio e in questo odio inutile voi tracciate confini che magari per voi non sarebbe nemmeno giusto tracciare, perchè di certo non portano a niente, portano solo a prigioni.
Chi ha il cuore piccolo è prigioniero, ed io, da una vera prigione, sono pronto ad aprire il mio cuore a tutti coloro che sfuggono da indegne ingiustizie, ed ogni volta che lo faccio cari miei io sono libero, un prigioniero libero, un prigioniero libero che odia con un senso, mai più odierò coloro che vogliono che odi.
Un abbraccio a chi è scacciato,
denigrato, emarginato
un abbraccio inutile come è inutile
l’odio velenoso che vi sputano
un abbraccio da questo mio cuore ingabbiato
un cuore grande, che più non illudono
vostro fratello,
Edmond

LETTERA A NICOLò

E sono carne

E sono inchiostro

Il mio pensiero a chi in lui ho scorto

La ribellione verso il mostro.

Al caro Nicolò che varca una soglia indegna per nobili ideali non posso che augurare il meglio, fai che il carcere, le restrizioni, il dolore del cemento non scoraggino la tua lotta, che sto cesso e i suoi controsensi non ti traggano mai in inganno, nascosti tra i libri e le mura ci sono persone molto più simili a te che alle dottrine che questo sistema malato inculca. A volte qui dentro c’è chi piange in sette lingue l’assenza del sole, purtroppo non tutti sanno di essere nati all’ombra, non tutti sanno che il sole è nelle mani sbagliate e non tutti son pronti a rischiare il taglio delle proprie per riequilibrare il fascio di luce che ci spetta di diritto. Si chiede di avere il sole senza aver lottato, e se si lotta spesso lo si fa nel modo sbagliato.  Il sole è di tutti ma ognuno gli ha dato una sua forma, ognuno, a suo modo, lo ha allontanato divinizzandolo, ma il sole non è altro che una stella, la nostra stella, la stella di tutti ma che pochi hanno preso senza alcun permesso.

Che la tua lotta continui sempre,

come sempre continuerà la mia, perché anche se ci siamo addestrati ai combattimenti all’ombra, gli unici ad avere diritti sulla luce siamo noi oppressi, buona fortuna amico mio, abbraccia tua madre, come io non ho mai saputo fare con la mia, abbraccia chi lotta per te e per l’antifascismo, ciao bello mio,

tuo fratello Edmond

 

Lunga vita a chi resiste

Lunga vita a chi reagisce

Lunga vita a chi la lotta l’ha sposata e non tradisce.

20-21-24-25-26

20-21-24-25-26

Con quante altre candeline devo decorare il tavolo del mostro?

Buon compleanno Edmond,
Buon compleanno stronzo.

116+1
Una te la regalo,
Buon compleanno nessuno
Buon compleanno schiavo.

117 candeline, sembra un faro
Sto cesso brilla dei miei insuccessi
Il mostro tende anche un regalo

Io non lo aprirò, non apro agli spettri.

117 candeline fatte con i miei resti
Pezzi de anima, pezzi de core
Ancora lotto, sì, ma ho il cuore a pezzi
E in troppi pezzi vince il rancore.

117 candeline prive di colore
C’è sangue nero, quasi sembra inchiostro,

C’è chi mi scrive “auguri amore”

Ed io rispondo -non in ‘sto posto.

Ciao, amici miei
Non badate alla mia cupa poesia, sto bene, sto bene, va sempre fottutamente bene, chi voi che m’ammazza. Devo esse sincero qua il mangià è buono, l’aria è grande e so du notti che non sento rumori. Me va de lusso.
Pure il mare non è che me manca poi così tanto, so pieno de riviste, so pieno de canzoni, farò come l’altra estate mi applicherò con l’immaginazione.
Va tutto più bene di ciò che posso lasciar immaginare, sono altre le cose oramai mi logorano. Da molto più fastidio il caldo che le sbarre, perché se poi ci pensi le sbarre le viviamo tutti, chi in un modo chi in un altro.

È fiacca, un po’ insensata la mia danza oggi, ma voglio danzare ancora, vediamo dove arrivo.

Danzerò finché il quadro non sarà completato
Dipinto e poi mostrato,
Continuo ad allenarmi per la danza tra gli oppressi che i sistemi hanno infangato.

Tanti auguri Edmond,
Bevetevi un goccetto alla facciaccia mia
Vi voglio bene,
Vostro fratello
Edmond