FESTA DELLA MAMMA

Ci sono state più urla che carezze, questo è indubbio. Ma quanta colpa c è in quelle urla? Quante colpe si possono attribuire a un folle?
Ok, ho sofferto e non vi nego che il più delle volte sono stato trattato come uno scarto, però quegl’occhi erano pieni d’amore inespresso, oltre che di follia, ed io forse non ho mai dato a quell’amore possibilità d’espressione.
L’amore di un folle è strano, ancora più strano se sei piccolo e della follia ne sai poco, o niente. Con il crescere, poi, la follia diventa normalità e tu smetti di pensare che forse le colpe sono un gradino più in alto del tuo disagio, inizi a credere che probabilmente il problema giace in te. Quindi, ti senti in colpa, ti senti in colpa perché a scuola sei un ciuccio, ti senti in colpa perché tua madre beve e tu non lo sopporti, ti senti in colpa e distruggi ogni porta quando inviti i tuoi amichetti a casa e tua madre biascica. Ti senti in colpa perché a tutti sembra normale ma per te non lo è. Non capivo e non accettavo il fatto che mia madre soffrisse tremendamente, vedevo solo urla e solitudine. Ma perché così tanta solitudine, perché? Perché mia madre, nonostante soffrisse tremendamente, faceva due lavori. La mattina puliva le case dei ragazzini che, col volto riposato, il pomeriggio si riunivano alla scuola calcio; dall’una alle ventuno, poi, lavorava in una mensa. Quando era libera, soffriva, beveva e soffriva, ed io non capivo. Non capivo il mio disagio, non capivo le sue lacrime e mi arrabbiavo, cazzo se mi arrabbiavo. Sapeste le volte che con la schiuma alla bocca ho distrutto tutto. Io non capivo lei, lei non capiva me. Non capivo quella madre spesso vuota e lei non capiva quel figlio che l’aveva costretta a vivere.in una casa senza porte.
Oggi, oggi che sono un uomo capisco, cazzo se capisco. E così del mio dolore ne faccio una poesia, oggi comprendo molto di più quegl’occhi, e anche se non ci vediamo d un po’, non ti ho mai dimenticata mamma, non ti ho mai esclusa, sto lottando mamma, mi sto ritagliando un posto in questa realtà che ci ha confinati ai margini, aspetta ancora un po’ mamma, aspetta, perché io porterò il sole dove chiunque ha sempre creduto che la luce non sarebbe mai arrivata, un po’ di pazienza mamma, ci vuole ancora un po’ di pazienza, e io ti abbraccerò sorto un sole inaspettato, fanculo all’inverno, fanculo all’ombra, ti porterò la primavera, presto o tardi lo farò.

Il trucco è non vederli,
Folli inermi,
Ti han sepolta dentro, non temere non ti spegni.

Il trucco è confinarli,
Non salutarli
Ci penserà lo Stato quando sceglie di ammazzarli.

Il trucco non si vede
Non ci crede
Ho sofferto il doppio e come premio una parete.

Il trucco è una carezza
Mamma aspetta
Lo scarto oggi ha deciso che sto mondo non ci spezza.

Auguri a modo mio mamma, auguri da questo figlio più folle di te, ti voglio bene.

Edmond

MADRE.

Sangue pulsante,

io sono sangue pulsante di quella donna che, con non poca fatica, mi ha mantenuto al mondo;
Dico mantenuto e non messo, perché non si è limitata a farmi nascere,
Ha provato anche a mantenermi.

La forza di una mamma è stratosferica,
È un mantello che protegge in ogni circostanza.
Ed io, mamma, ti chiedo scusa se l’ho tolto,
Ti chiedo scusa se il nostro dolore ha fatto sì che io indossassi il mantello della ribellione, spodestando il tuo.

Perdonami mamma,
Perdona quest’anima deformata dal dolore che ha cercato di tirarsi a sè e ad allontanarti a fasi alterne.
Perdona quest’uomo, ai tuoi occhi sempre bambino,
Perdona le sue scelte, il suo mutare,
il suo mutare dannatamente in peggio.
Perdona se non ti ho aiutato a sorreggere il tuo dolore
e sono crollato nel mio.
Perdonami, perchè nonostante l’inevitabile mutare del mio essere, qualcosa di immutabile ancora esiste in me,
L’Amore per te.

Tuo E.

8 MARZO.

Penso sia chiaro che pure a me fu una donna a metteme al mondo e fu la stessa che me fece tribolà per la prima volta, lei riempì la mia vita di follia ed io feci lo stesso, eppure lei non ebbe mai il coraggio di abbandonarmi.

Lei con il coraggio che solo una donna ha pianse tutte le lacrime amare che solo un danno poteva riservare, ma non mi abbandonò.

Lei è stata il mio veleno, l’antidoto, l’amore. Lo stranissimo amore che da piccolo non capivo, l’amore distribuito tra odio e carezze, quell’amore di chi ha sofferto troppo.  Povera donna destinata a piangere per uomini maledetti. Bastardo io che non spezzai quella catena, bastardo, poiché le riservai altrettante lacrime.

La mia pazzarella è ancora lì, non mi abbandona, lei non conosce Edmond, lei non mi crede migliore (alcune persone non si smuovono dalle loro convinzioni) per lei sarò anche solo un avanzo di galera, ma lei con quell’avanzo ci pranza, cena e fa pure colazione, perché nonostante tutto io per lei sono quell’Amore incondizionato che sono una donna conosce. L’amore, quello che se ogni uomo avesse la forza di provare questo fottuto mondo sarebbe molto più unito sotto il suo simbolo che diviso da altri.

Auguri Donne.

Auguri mamma, auguri Michela, auguri Giulia, auguri Veronica, Alessia, Beatrice, Francesca, Valeria, Marta, Emanuela, Arianna, Carlotta, Anna. Auguri Rossella, Vittoria, Pina, Elena, Maira, Erica, Patrizia, Vanessa, Giovanna, Marzia, Ludovica, Agnese. Auguri Letizia, Fabiana, Lucia, Maria, Giorgia, Monica. Auguri Federica, Silvia, Stefania, Elisabetta, Tiziana, Valentina. Auguri detenute, auguri donne libere, auguri sognatrici e donne innamorate. Auguri a chi è sola, a chi piange, a chi manifesta. Auguri alle donne che lottano.

Sono contro la violenza sulle donne, chi si rifà su una donna è un vile, io la mia violenza l’ho sempre distribuita dappertutto, gli uomini de merda si fanno valere così, uomini de merda e deboli.
Edmond.