FLUSSO DI PENSIERI. LOTTA E RIVOLUZIONE.

Car* compagn*,

Ho perso il conto delle stanghette, come ho perso il conto delle ingiustizie. Cosa vuoi che ti dica? Pensi che questo sia l’apice del male? No, niente affatto, c’è chi ha subito di peggio molto peggio (e non solo nelle carceri). Pensi che i poteri forti siano risentiti? Io credo che, piuttosto, siano divertiti. La cosiddetta polizia è un burattino che gueriglia con gli oppressi, perchè dovrebbero essere risentiti se non sono loro ad essere colpiti, e per di più, i loro burattini vincono sempre. Parlami d’amore, d’arte e di poesia, ma non parlarmi di guerra finchè non saremo pronti a farla realmente. Sarei disposto a morire per gli oppressi come me, ma io ragiono diversamente. Anche per me la rivoluzione frena l’orrore, nella rivoluzione, però, si è uniti e non ci si difende dall’oppressore con delle bottiglie. C’è troppa paura di perdere quel poco che si ha per combattere, troppo è il pregiudizio tra gli oppressi. Troppe sono le sconfitte dei pochi che lottano; ci siamo abituati a pensare bene senza crederci fino in fondo. Ci hanno inconsciamente insegnato a perdere ogni battaglia, grandi sacrifici, di pochi combattenti, ci fanno gioire di vecchi pareggi. 

Ma noi, quando vinciamo? Te lo chiedi mai; quando sei qui di fronte ti chiedi mai cosa sarà domani? Se avrai un figlio, gli spetterà la mia stessa sorte?

Non è giusto il mondo qui, non lo è ad Amburgo, non lo fu a Genova. Per gli oppressi, per i rivoltosi, non lo è in nessun luogo.

Cosa vuoi che dica? Ciò che penso realmente? 

Penso che sia giusto armarsi dei propri sogni e morire per essi, ma è più giusto pensare che il mondo è calpestato da tante persone dormienti, l’anima che sveglierà i tanti oppressi, trovando in loro qualcosa in comune e qualcosa per cui combattere, quell’anima colpirà i poteri forti, più di miliardi di bottiglie. L’esercito degli oppressi è ancora utopia. Io aspetto che arrivi un degno generale con cui valga la pena combattere, e perché no, morire.

Edmond